giovedì 19 febbraio 2009

Drill Down presenta Damiano Colacito: 3 thoughts

Drill Down_01 presenta damiano colacito_3 Thoughts

A cura di Stefano Monti e Anais Prebel Nuicci.

nt art gallery

Nuova sede: via Michelino, 33  IT 40127 Bologna

T +39 3316435085  Skype: ntartgallery

info@ntartgallery.com  www.ntartgallery.com

Inaugurazione: 18/02/09 alle ore 19.30

Periodo: da mercoledì 18 Febbraio 2009 a domenica 22 Febbraio 2009

Drill Down, alla lettera, significa perforazione del terreno, del suolo, dal verbo to drill: trapanare, perforare, sondare. Questo è ciò che avviene, a livello metaforico, anche nel linguaggio informatico, da cui il titolo della rassegna prende a prestito il termine. La Drill Down Technology è infatti una tecnica che permette la visualizzazione o la ricerca di informazioni gerarchizzate. Ed è seguendo lo stesso principio che la rassegna Drill Down si propone di presentare progetti artistici che meritano di essere fruiti con un grado maggiore di specificità rispetto a quello che le consuete mostre permettono. Si tratta sempre di un’esposizione ristretta di opere che necessitano di essere isolate dal contesto dell’esibizione per poterne evidenziare al meglio le caratteristiche, con un maggior livello di dettaglio, approfondendone la riflessione secondo l’andamento a cascata del Drill Down.

Drill Down_01 inaugura mercoledì 18 febbraio alle ore 19.30 con damiano colacito_3 Thoughts, progetto che prevede l’esposizione di due video e la rappresentazione di un atto performativo di durata variabile.

La ricerca artistica di Damiano Colacito presenta molte e diverse sfaccettature, in grado di rimandarci ad altrettante riflessioni. Numerose sono le domande che istintivamente l’opera di quest’artista ci pone, o meglio ci sottopone, ma costituzionalmente tutte ci conducono al punto cardine, al nodo centrale e formale dell’opera, al concetto stesso di percezione della realtà.

La performance intitolata 90° Minuto raccoglie l’intento didattico dei video, approfondendone sia gli aspetti concettuali che sperimentali. L’ambiente tipico del bar di paese è ricreato e siamo invitati ad assistere sedendoci ad un tavolino, infilandoci le cuffie e osservando la tv. Siamo di fronte ad una partita. Una tipica partita. Di tanto in tanto, casualmente, la sigla della celebre trasmissione “90° minuto” ci riporta all’immaginario calcistico, alle domeniche pomeriggio, alle serate di campionato, all’aggregazione sociale di stampo sportivo.

L’artista, presente ma nascosto, visibile ma non troppo, si mette in gioco a tutti gli effetti. Colacito ci mostra uno spiraglio di realtà duplice e duplicata, in cui la sua persona fisica seduta sulla sua sedia, di fronte al suo pc appoggiato sulla sua scrivania, con indosso le proprie cuffie e propri abiti – il tutto trasportato e ricreato fedelmente in galleria – si metterà a giocare una partita in modalità multiplayer a Battlefield 2142. Questa modalità permette a più persone contemporaneamente di giocare allo stesso videogame nello stesso momento utilizzando diversi terminali collegati fra loro in internet. In questo caso il giocatore non si trova da solo davanti ad una macchina, ma interagisce per mezzo di questa, e della relativa tecnologia, con altri giocatori, fisicamente lontani fra loro e dislocati in luoghi geografici diversi. Come in un gioco di specchi che si riflettono fra loro all’infinito, questo atto performativo è in grado di moltiplicare le realtà percettive per innumerevoli volte. Ogni giocatore si trova fisicamente in un luogo, davanti al suo pc, e contemporaneamente in un altro, nella realtà del gioco. Due mezze presenze per ognuno, due vite simultanee, due realtà interagenti fra loro e con l’esterno sia fisico che virtuale. Il numero di variabili in grado di modificare le realtà ha la possibilità di incrementarsi in modo esponenziale. Colacito ci  fornisce la sua visione soggettiva, la diretta straniante che permette all’osservatore di vedere ciò che il giocatore vede, di fare ciò che il giocatore fa, ma senza avere la padronanza dell’azione, senza poterla dirigere né comandare. Le nostre percezioni vengono sostituite ex novo con quelle di un’altra persona, rendendo la partecipazione passiva e attiva nello stesso momento, sbilanciando la nostra capacità cognitiva a favore dell’immersività della realtà altrui.

Si tratta di assistere ad una partita, in diretta, fra due squadre – due clan, composti ognuno di dieci persone – che si sfidano. La metafora calcistica è distorta, ma rispettata, e la guerra diviene solo pretesto di dialogo fra i giocatori, motivo di aggregazione e comunione empatica fra persone. Perché l’atto performativo non risulti falsato, nessuno dei partecipanti alle tre sessioni di gioco sa di essere ripreso, registrato o ascoltato da terze parti, in modo che la spontaneità del linguaggio e la sincerità dell’atto sia pressoché totale.

Damiano Colacito è nato nel 1973 ad Atri (Teramo); vive e lavora fra Bologna e Pescara.

In occasione di questo evento la galleria rimarrà eccezionalmente aperta anche sabato e domenica dalle 14.00 alla 20.00

SPECIAL GUEST nella performance 90° Minuto

Xjao clan


















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